QUANDO HO RILASSATO LA MENTE
ED HO UTILIZZATO IL CUORE,
LA STORIA E LA CONOSCENZA
M’HANNO OFFERTO TUTTO L'AMORE!
In
questo spazio in progress, come faccio da parecchi anni, metto a disposizione di
tutti, con tutto il cuore, il cuore delle mie ricerche effettuate
negli archivi e nelle biblioteche d’Italia e d’Europa. Chi, dall’utilizzo di
questi scritti, dovesse trarre profitto e amore ed avesse bisogno d’ulteriore
materiale, può consultarmi tramite l’indirizzo e-mail: macchi.alberto@libero.it e, se disponibile, gliel’offrirò senza problemi; anche
questo con tutto il cuore.
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VALCHE DI LETTERATI E DI DOTTI NELLA CAMPAGNA
E NELLE VILLE DI ROMA
Dal 1686 ca – nel palazzo Riario della Regina Cristina di Svezia.
Dal 1689
– presso le valche distribuite nella Campagna Romana, dalla Caffarella, al
Parco degli Acquedotti, alle Grotte di Tor Cervara.
Dal 5 ottobre 1690 – nel convento annesso alla Chiesa di S. Pietro in
Montorio, nei Giardini del Duca di Paganica a S. Pietro in Vincoli sul Colle
Oppio, nei giardini della Villa dei Principi Mattei Orsini, sul Monte Esquilino
e successivamente ai Prati di Castello (qui
Agostino Maria Taia di Siena definì questo luogo per la prima volta col nome di
“Arcadia”).
Dal 27 marzo 1691 – nel giardino di Palazzo Riario, ex residenza di Cristina
di Svezia.
Dal 1693 – nel
parco degli Orti Farnesiani del Duca di Parma Ranuccio II Farnese, sul Colle
Palatino (proprio dove già circa duemila
anni prima, a capo d’una colonia di Arcadi di Pallantio, s’era stabilito
Evandro, figlio di Ermete e della Ninfa Temi, eroe dell’Arcardia greca, accolto
da Fauno re degli Aborigeni e dove fondò un’altra Pallantio, introducendo nel
Lazio la scrittura, la musica e il culto degli Dei). In quel bosco Antonio
Farnese fece costruire un teatro a forma di siringa a sette canne, incidere le
Leggi degli Arcadi e collocare una pietra in memoria di un pastore del passato:
Francesco Redi.
Dal 1699 –
nel giardino del Duca Antonio Maria Salviati.
Dal 1705 – nel
giardino nella Villa del Principe Vincenzo Giustiniani, sulla Flaminia.
Dall’11 settembre 1707 – nel parco all’Esquilino del Principe Francesco Maria
Ruspoli (nel 1711, a causa del dissidio
sorto tra Crescimbeni e Gravina, avvenne una scissione che portò alla fondazione
di una Seconda Arcadia, con gli studenti del Gravina. Tre anni dopo questa
Seconda Arcadia assunse il nome di Accademia dei Quirini. Però poi finì che nel
1719 i due rami si ricongiunsero).
Dal 1724 – nel
giardino del Cardinal Ginnasi all’Aventino grazie all’interessamento del
Principe Francesco Maria Ruspoli.
ADUNANZE DI PASTORI PRESSO L’”ACCADEMIA
DELL’ARCADIA” DI ROMA
Dal 1725
– nell’Orto dei Livi donato dal Re
del Portogallo Giovanni V (trasformato
poi in Bosco Parrasio). Il 9 ottobre vi venne posta la prima pietra con la
scritta “Deo nato” per la costruzione del “Bosco Parrasio” e per datare così la
nascita dell’Accademia dell’Arcadia.
Bibliografia:
Michele
Giuseppe Morei, Memorie Istoriche
dell’Adunanza degli Arcadi, De’ Rossi, Roma 1761
Francesco
Gasparoni, Prose sopra argomenti di Belle
Arti, Crispino Puccinelli, Roma 1841
Maria
Teresa Acquaro Graziosi, L’Arcadia,
Palombi, Roma 1991
ESPRESSIONI ARCADICHE:
Valca – o
Varca, nome popolare per definire una “ricorrente, roteante” riunione di
letterati e dotti che avveniva in un luogo dall’aspetto bucolico di Roma o
della Campagna Romana, spesso al bordo d’un ruscello, tra antichi ruderi, alla
fine del XVII e all’inizio del XVIII secolo. “Valca” probabilmente deriva dalla parola longobarda “walkan”,
“rotante”, termine che definisce un certo tipo di mulino del XVI secolo. Un
esempio specifico lo riscontriamo in un edificio d’epoca romana, adattato a
macina nel XVI secolo, posto sulla riva d’un torrente, al Parco della
Caffarella nei pressi di Roma. I macchinari di questa struttura, attiva
particolarmente durante le epidemie, azionavano due ruote piene, di pietra, tra
le quali strizzare i panni appena lavati, in modo da purificarli dai germi.
“Valca”, ancora, ci richiama alla Chiesa di Santa Caterina alle Valche, del XVI
secolo, presso Jesi nelle Marche, sita in una zona di antichi lanifici dove,
anche qui, si utilizzava una macchina detta “gualchiera” per lavare e
disinfestare dai parassiti le lane tramite due mole di marmo sempre mosse
dall’acqua di un torrente. La stessa cosa vale per le “valche de' panni di
Arpino” citate nel «Bando
e capitoli del duca Antonio seniore sopra le valche de' panni [o paccotte] di
Arpino», per la “valca di Acquataccio citata da Guastaldus nel suo Trattato del
1684 e per la “Valca di Cremera”, vicino al Castello, nell’area dell’antica
Veio, descritta nella Dissertazione pubblicata a Terni da Saluzj nel 1828.
Accademia dell’Arcadia – Aggregazione di letterati e dotti, con tanto di
statuto, che si ispira al mitico tempo della bellezza e della serenità classica
dell’antica Grecia.
Accademia
– termine che deriva dal nome dell'eroe greco Academo, il quale, tornato
vittorioso dalla guerra, donò agli ateniesi un giardino aperto al pubblico dove
Platone potesse filosofare con i suoi discepoli. Questa scuola, così chiamata,
fu fondata nel 387 a.C. e venne situata in un luogo ameno appena fuori le mura
della città di Atene. Oggi, un'accademia, è una istituzione destinata agli
studi più colti e all'approfondimento delle conoscenze di più prestigiose.
Arcadia
– nome dell’Accademia letteraria che si ispira alla tradizione dei
pastori-poeti della regione dell'Arcadia nel Peloponneso in Grecia con
Capoluogo Tripoli. Arcadia prende il nome da Arcade, personaggio mitologico che
nella mitologia greca era il figlio di Zeus e della Ninfa Callisto, che Hera
però, gelosa perché tradita, trasformò subito in un orso. Arcade, un giorno,
durante la caccia per procurarsi il cibo, non avendo riconosciuto sua madre che
si aggirava in quella zona sotto le sembianze d’un animale, rischiò di
sbranarla. Zeus allora decise di disporli entrambi in cielo trasformando
Callisto nell'Orsa maggiore e Arcade nell'Orsa minore, in modo che non
tornassero per l’eternità sulla terra e che non s’incontrassero mai più.
Pastore/Pastorella – membro dell’Accademia
dell’Arcadia.
Gesù Bambino – adorato per primo dai pastori, fu scelto come
protettore dell’Accademia dell’Arcadia.
Custode
– capo dell’Accademia dell’Arcadia, Custode
e Nume Tutelare, Pastor de’
Pastori.
Sigillo
– immagine
Nome arcade
– pseudonimo, ovvero nome greco di fantasia oppure derivato dai personaggi di
pastori nelle opere classiche greche.
Serbatoio
– edificio nel Bosco Parrasio dove conservare i documenti dell’Accademia
dell’Arcadia.
Parrasio
– nome derivante da Parrasia, la regione greca dell’Arcadia, sacra ad Apollo e
alle Muse.
Parnaso
- una montagna della Grecia centrale che domina la città di Delfi,
particolarmente venerata nell'antichità. Questo monte era consacrato al culto
del Dio Apollo e alle Muse.
Stemma – uno
strumento musicale a sette canne del Dio greco Pan, cinto da una Corona
d’alloro e da rami di pino.
Motto: Et in Arcadia ego – espressione che correttamente va letta come “Et[iam]
in Arcadia ego [sum/eram]” ossia, “[Anche] io [sono/ero] in Arcadia”. Essa
venne raffigurata, per la prima volta, incisa sopra una tomba di marmo in un
paesaggio pastorale all’interno del dipinto di Guercino dal titolo “Et
in Arcadia Ego“, del 1620 ca., una seconda volta figura nel
quadro “Les Bergers d'Arcadie" del 1627, di Poussin (poi, da lui stesso
replicata con qualche variante, nel 1640 ca.) e una terza volta appare nella
tela “Anche io fui in Arcadia”, del 1800 ca. realizzata da Felice Giani.
Giochi Olimpici – contese di poesia fra gli arcadi che si svolgevano una
volta all’anno presso l’Accademia dell’Arcadia e solitamente nel mese dì
ottobre. Questi giuochi consistevano in recite d’improvvisazione in versi e
contese poetiche musicate, una specie di Carnevale colto. Principi, prelati,
abati, abatini, letterati, dotti delle varie discipline, Pastori, Pastorelle e
Ninfe, insomma, vi “davano un’arcadia”, cioè si cimentavano con poesie, si
lodavano a vicenda, scherzavano declamando odi poetiche e si corteggiavano
sfoggiando rime anacreontiche.
Ragunanze
– quelle adunanze che si svolgevano presso il Bosco Parrasio in Roma.
Colonie
– incontri di arcadi in altre città, che si attengono alle regole della
Ragunanza di Roma. Eleggono ognuna un Vice-Custode e prendono il nome, o dalle
città dove sono create, oppure dalle altre accademie, o altre sezioni di esse.
Cavalieri Olimpici – Ordine istituito a Siena nel 1761 dalla pastorella
arcade improvvisatrice Corilla Olimpica.
Riunioni –
quelle che si organizzavano fuori dal Bosco Parrasio e nelle Colonie. Seguite
da recite, di solito venivano programmate in estate e si svolgevano nei teatri
o anfiteatri all’aperto, nei parchi delle ville nobiliari, in un Teatrino di
Verzura, in una Terrazza delle Delizie, tra alberi di lauro, pini, mirti,
lecci, statue e giochi d’acqua.
NOTA:
Abito arcadico del Principe Sigismondo Chigi
NOMI DEI PASTORI FONDATORI DELL’ACCADEMIA
DELL’ARCADIA:
Cristina
di Svezia ((Basilissa)
Gian
Vincenzo Gravina (Opico Erimanteo)
Giovanni
Mario Crescimbeni (Alfesibeo Cario)
Paolo
Coardi (Elpino Menalio)
Giuseppe
Paolucci (Alessi Cillenio)
Vincenzo
Leonio (Uranio Tegeo)
Paolo
Antonio Viti (Carino Dipeo)
Silvio Stampiglia
(Palemone Licurio)
Jacopo
Vicinelli (Mirtillo Aroanio)
Pompeo
Figari (Montano Falanzio)
Paolo
Antonio del Nero (Siringo Reteo)
Melchiorre
Maggio (Dameta Clitorio)
Agostino
Maria Taia (Silvio Pereteo)
Giambattista
Felice Zappi (Tirsi Leucasio)
Carlo
Tommaso Maillard di Tournon (Idalgo Erasinio)
NOMI DI ALCUNE PASTORELLE CON I LORO
PSEUDONIMI:
Maddalena
Morelli Fernandez – Corilla Olimpica
Fortunata
Sulgher Fantastici – Temira Parraside
Teresa
Bandettini Landucci – Amarilli Etrusca
Irène
Duclos Parenti – Lincasta Ericinia
NOMI E PSEUDONIMI DEI CUSTODI, DAL PRIMO FINO
AD OGGI:
1688-1689. Cristina
di Svezia (Basilissa)
1689-1728. Giovanni
Mario Crescimbeni (Alfesibeo Cario)
1728-1743. Francesco Maria Lorenzini (Filacida Eliaco / Filacida Luciniano)
1743-1766. Michele Giuseppe Morei (Mireo Rofeatico)
1766-1772. Giuseppe Brogi (Acamante Pallanzio)
1772-1790. Gioacchino Pizzi (Nivildo Amarinzio)
1790-1824. Luigi Godard (Cimante Micenio)
1824-1828. Loreto Antonio Santucci (Larindo Tesejo)
1828-1849. Gabriele Laureani (Filandro Gerometeo)
1849-1854. Paolo Barola (Cratildo Lampeo)
1728-1743. Francesco Maria Lorenzini (Filacida Eliaco / Filacida Luciniano)
1743-1766. Michele Giuseppe Morei (Mireo Rofeatico)
1766-1772. Giuseppe Brogi (Acamante Pallanzio)
1772-1790. Gioacchino Pizzi (Nivildo Amarinzio)
1790-1824. Luigi Godard (Cimante Micenio)
1824-1828. Loreto Antonio Santucci (Larindo Tesejo)
1828-1849. Gabriele Laureani (Filandro Gerometeo)
1849-1854. Paolo Barola (Cratildo Lampeo)
1854-1855. Fabio Sorgenti (Sergesio Timbreo)
1855-1863. Paolo
Barola (Cratildo Lampeo)
1863-1869. Antonio Somai (Ortodico Calcidense)
1869-1888. Stefano Ciccolini (Alessandro Tesposide)
1888-1916. Agostino Bartolini (Eristenio Nassio)
1916-1924. Enrico Salvadori (Nicandro Cidonio)
1924-1940. Nicola Festa (Maronte Larisseo)
1940-1953. Luigi Pietrobono (Edelio Echeo)
1953-1958. Pietro Paolo Trompeo (Diodoro Milesio)
1958-1971. Alfredo Schiaffini (Antimaco Erimanteo)
1971-1985. Francesco Gabrieli (Agastene Licio)
1985-1998. Aulo Greco (Callistene Argolico)
2000-2008. Maria Teresa Acquaro Graziosi (Amaranta Eleusina)
2008-………. Rosanna Alhaique Pettinelli (Dalisia Emeresia)
1863-1869. Antonio Somai (Ortodico Calcidense)
1869-1888. Stefano Ciccolini (Alessandro Tesposide)
1888-1916. Agostino Bartolini (Eristenio Nassio)
1916-1924. Enrico Salvadori (Nicandro Cidonio)
1924-1940. Nicola Festa (Maronte Larisseo)
1940-1953. Luigi Pietrobono (Edelio Echeo)
1953-1958. Pietro Paolo Trompeo (Diodoro Milesio)
1958-1971. Alfredo Schiaffini (Antimaco Erimanteo)
1971-1985. Francesco Gabrieli (Agastene Licio)
1985-1998. Aulo Greco (Callistene Argolico)
2000-2008. Maria Teresa Acquaro Graziosi (Amaranta Eleusina)
2008-………. Rosanna Alhaique Pettinelli (Dalisia Emeresia)
Certificato di iscrizione all'Accademia dell'Arcadia
come pastore o pastorella arcade.
NOTA:
Abito arcadico del Principe Sigismondo Chigi
Manifattura romana del 1790
("Bellezza e Lusso", Palazzo Chigi in Ariccia, 2010)
Il ricamo sull’abito d’un nobil
signore, nella seconda metà del Settecento, rifacendosi a certa simbologia
botanica, doveva riprodurre: l’alloro, per gli atti meritori; l’edera, per la perseveranza
o fedeltà; Il capelvenere, per la saggezza o probità; la quercia, per la solidità;
la spiga, per l’abbondanza o prosperità; e così via.
Sigismondo Chigi, Pastore dell’Accademia
dell’Arcadia, ad esempio, in positivo sulla sua marsina e in negativo sul suo
gilet, si fece realizzare dei ricami che riproducessero il fiore violetto di
montagna dell’Aster insieme alle foglie dell’alloro, in modo da criptare il suo
pseudonimo arcadico Astridio Dafnitico, derivato appunto da Astrea, nome della vergine
che si trasformò in quel fiore e da Dafne, nome della ninfa che si tramutò
invece nel lauro. Questo principe, per di più, fece decorare dal pittore
Giuseppe Cades, con elementi botanici-arcadici, due sale per dedicarle alla musa
della Poesia, una nel suo palazzo di Roma e l’altra nella sua villa di Ariccia.
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