venerdì 7 giugno 2013

SETTECENTO - PAGINA 1


QUANDO HO RILASSATO LA MENTE
ED HO UTILIZZATO IL CUORE,
LA STORIA E LA CONOSCENZA
M’HANNO OFFERTO TUTTO L'AMORE!

In questo spazio in progress, come faccio da parecchi anni, metto a disposizione di tutti, con tutto il cuore, il cuore delle mie ricerche effettuate negli archivi e nelle biblioteche d’Italia e d’Europa. Chi, dall’utilizzo di questi scritti, dovesse trarre profitto e amore ed avesse bisogno d’ulteriore materiale, può consultarmi tramite l’indirizzo e-mail: macchi.alberto@libero.it e, se disponibile, gliel’offrirò senza problemi; anche questo con tutto il cuore.
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VALCHE DI LETTERATI E DI DOTTI NELLA CAMPAGNA E NELLE VILLE DI ROMA


Dal 1686 ca – nel palazzo Riario della Regina Cristina di Svezia.


Dal 1689 – presso le valche distribuite nella Campagna Romana, dalla Caffarella, al Parco degli Acquedotti, alle Grotte di Tor Cervara.


Dal 5 ottobre 1690 – nel convento annesso alla Chiesa di S. Pietro in Montorio, nei Giardini del Duca di Paganica a S. Pietro in Vincoli sul Colle Oppio, nei giardini della Villa dei Principi Mattei Orsini, sul Monte Esquilino e successivamente ai Prati di Castello (qui Agostino Maria Taia di Siena definì questo luogo per la prima volta col nome di “Arcadia”).


Dal 27 marzo 1691 – nel giardino di Palazzo Riario, ex residenza di Cristina di Svezia.


Dal 1693 – nel parco degli Orti Farnesiani del Duca di Parma Ranuccio II Farnese, sul Colle Palatino (proprio dove già circa duemila anni prima, a capo d’una colonia di Arcadi di Pallantio, s’era stabilito Evandro, figlio di Ermete e della Ninfa Temi, eroe dell’Arcardia greca, accolto da Fauno re degli Aborigeni e dove fondò un’altra Pallantio, introducendo nel Lazio la scrittura, la musica e il culto degli Dei). In quel bosco Antonio Farnese fece costruire un teatro a forma di siringa a sette canne, incidere le Leggi degli Arcadi e collocare una pietra in memoria di un pastore del passato: Francesco Redi.
Dal 1699 –  nel giardino del Duca Antonio Maria Salviati.
Dal 1705 – nel giardino nella Villa del Principe Vincenzo Giustiniani, sulla Flaminia.
Dall’11 settembre 1707 – nel parco all’Esquilino del Principe Francesco Maria Ruspoli (nel 1711, a causa del dissidio sorto tra Crescimbeni e Gravina, avvenne una scissione che portò alla fondazione di una Seconda Arcadia, con gli studenti del Gravina. Tre anni dopo questa Seconda Arcadia assunse il nome di Accademia dei Quirini. Però poi finì che nel 1719 i due rami si ricongiunsero).
Dal 1724 – nel giardino del Cardinal Ginnasi all’Aventino grazie all’interessamento del Principe Francesco Maria Ruspoli.
ADUNANZE DI PASTORI PRESSO L’”ACCADEMIA DELL’ARCADIA” DI ROMA
Dal 1725 nell’Orto dei Livi donato dal Re del Portogallo Giovanni V (trasformato poi in Bosco Parrasio). Il 9 ottobre vi venne posta la prima pietra con la scritta “Deo nato” per la costruzione del “Bosco Parrasio” e per datare così la nascita dell’Accademia dell’Arcadia.
Bibliografia:
Michele Giuseppe Morei, Memorie Istoriche dell’Adunanza degli Arcadi, De’ Rossi, Roma 1761
Francesco Gasparoni, Prose sopra argomenti di Belle Arti, Crispino Puccinelli, Roma 1841
Maria Teresa Acquaro Graziosi, L’Arcadia, Palombi, Roma 1991
ESPRESSIONI ARCADICHE:
Valca – o Varca, nome popolare per definire una “ricorrente, roteante” riunione di letterati e dotti che avveniva in un luogo dall’aspetto bucolico di Roma o della Campagna Romana, spesso al bordo d’un ruscello, tra antichi ruderi, alla fine del XVII e all’inizio del XVIII secolo. “Valca” probabilmente deriva dalla parola longobarda “walkan”, “rotante”, termine che definisce un certo tipo di mulino del XVI secolo. Un esempio specifico lo riscontriamo in un edificio d’epoca romana, adattato a macina nel XVI secolo, posto sulla riva d’un torrente, al Parco della Caffarella nei pressi di Roma. I macchinari di questa struttura, attiva particolarmente durante le epidemie, azionavano due ruote piene, di pietra, tra le quali strizzare i panni appena lavati, in modo da purificarli dai germi. “Valca”, ancora, ci richiama alla Chiesa di Santa Caterina alle Valche, del XVI secolo, presso Jesi nelle Marche, sita in una zona di antichi lanifici dove, anche qui, si utilizzava una macchina detta “gualchiera” per lavare e disinfestare dai parassiti le lane tramite due mole di marmo sempre mosse dall’acqua di un torrente. La stessa cosa vale per le “valche de' panni di Arpino” citate nel «Bando e capitoli del duca Antonio seniore sopra le valche de' panni [o paccotte] di Arpino», per la “valca di Acquataccio citata da Guastaldus nel suo Trattato del 1684 e per la “Valca di Cremera”, vicino al Castello, nell’area dell’antica Veio, descritta nella Dissertazione pubblicata a Terni da Saluzj nel 1828.
Accademia dell’Arcadia – Aggregazione di letterati e dotti, con tanto di statuto, che si ispira al mitico tempo della bellezza e della serenità classica dell’antica Grecia.
Accademia – termine che deriva dal nome dell'eroe greco Academo, il quale, tornato vittorioso dalla guerra, donò agli ateniesi un giardino aperto al pubblico dove Platone potesse filosofare con i suoi discepoli. Questa scuola, così chiamata, fu fondata nel 387 a.C. e venne situata in un luogo ameno appena fuori le mura della città di Atene. Oggi, un'accademia, è una istituzione destinata agli studi più colti e all'approfondimento delle conoscenze di più prestigiose.
Arcadia – nome dell’Accademia letteraria che si ispira alla tradizione dei pastori-poeti della regione dell'Arcadia nel Peloponneso in Grecia con Capoluogo Tripoli. Arcadia prende il nome da Arcade, personaggio mitologico che nella mitologia greca era il figlio di Zeus e della Ninfa Callisto, che Hera però, gelosa perché tradita, trasformò subito in un orso. Arcade, un giorno, durante la caccia per procurarsi il cibo, non avendo riconosciuto sua madre che si aggirava in quella zona sotto le sembianze d’un animale, rischiò di sbranarla. Zeus allora decise di disporli entrambi in cielo trasformando Callisto nell'Orsa maggiore e Arcade nell'Orsa minore, in modo che non tornassero per l’eternità sulla terra e che non s’incontrassero mai più.
Pastore/Pastorella – membro dell’Accademia dell’Arcadia.
Gesù Bambino – adorato per primo dai pastori, fu scelto come protettore dell’Accademia dell’Arcadia.
Custode – capo dell’Accademia dell’Arcadia, Custode e Nume Tutelare, Pastor de’ Pastori.
Sigillo – immagine
Nome arcade – pseudonimo, ovvero nome greco di fantasia oppure derivato dai personaggi di pastori nelle opere classiche greche.
Serbatoio – edificio nel Bosco Parrasio dove conservare i documenti dell’Accademia dell’Arcadia.
Parrasio – nome derivante da Parrasia, la regione greca dell’Arcadia, sacra ad Apollo e alle Muse.
Parnaso - una montagna della Grecia centrale che domina la città di Delfi, particolarmente venerata nell'antichità. Questo monte era consacrato al culto del Dio Apollo e alle Muse.
Stemma – uno strumento musicale a sette canne del Dio greco Pan, cinto da una Corona d’alloro e da rami di pino.
Motto: Et in Arcadia ego – espressione che correttamente va letta come “Et[iam] in Arcadia ego [sum/eram]” ossia, “[Anche] io [sono/ero] in Arcadia”. Essa venne raffigurata, per la prima volta, incisa sopra una tomba di marmo in un paesaggio pastorale all’interno del dipinto di Guercino dal titolo “Et in Arcadia Ego“, del 1620 ca., una seconda volta figura nel quadro “Les Bergers d'Arcadie" del 1627, di Poussin (poi, da lui stesso replicata con qualche variante, nel 1640 ca.) e una terza volta appare nella tela “Anche io fui in Arcadia”, del 1800 ca. realizzata da Felice Giani.
Giochi Olimpici – contese di poesia fra gli arcadi che si svolgevano una volta all’anno presso l’Accademia dell’Arcadia e solitamente nel mese dì ottobre. Questi giuochi consistevano in recite d’improvvisazione in versi e contese poetiche musicate, una specie di Carnevale colto. Principi, prelati, abati, abatini, letterati, dotti delle varie discipline, Pastori, Pastorelle e Ninfe, insomma, vi “davano un’arcadia”, cioè si cimentavano con poesie, si lodavano a vicenda, scherzavano declamando odi poetiche e si corteggiavano sfoggiando rime anacreontiche.
Ragunanze – quelle adunanze che si svolgevano presso il Bosco Parrasio in Roma.
Colonie – incontri di arcadi in altre città, che si attengono alle regole della Ragunanza di Roma. Eleggono ognuna un Vice-Custode e prendono il nome, o dalle città dove sono create, oppure dalle altre accademie, o altre sezioni di esse.
Cavalieri Olimpici – Ordine istituito a Siena nel 1761 dalla pastorella arcade improvvisatrice Corilla Olimpica.
Riunioni – quelle che si organizzavano fuori dal Bosco Parrasio e nelle Colonie. Seguite da recite, di solito venivano programmate in estate e si svolgevano nei teatri o anfiteatri all’aperto, nei parchi delle ville nobiliari, in un Teatrino di Verzura, in una Terrazza delle Delizie, tra alberi di lauro, pini, mirti, lecci, statue e giochi d’acqua.


NOMI DEI PASTORI FONDATORI DELL’ACCADEMIA DELL’ARCADIA:


Cristina di Svezia ((Basilissa)

Gian Vincenzo Gravina (Opico Erimanteo)

Giovanni Mario Crescimbeni (Alfesibeo Cario)

Paolo Coardi  (Elpino Menalio)

Giuseppe Paolucci (Alessi Cillenio)

Vincenzo Leonio (Uranio Tegeo)

Paolo Antonio Viti (Carino Dipeo)

Silvio Stampiglia (Palemone Licurio)

Jacopo Vicinelli (Mirtillo Aroanio)

Pompeo Figari (Montano Falanzio)

Paolo Antonio del Nero (Siringo Reteo)

Melchiorre Maggio (Dameta Clitorio)

Agostino Maria Taia (Silvio Pereteo)

Giambattista Felice Zappi (Tirsi Leucasio)

Carlo Tommaso Maillard di Tournon (Idalgo Erasinio)


NOMI DI ALCUNE PASTORELLE CON I LORO PSEUDONIMI:


Maddalena Morelli Fernandez – Corilla Olimpica

Fortunata Sulgher Fantastici – Temira Parraside

Teresa Bandettini Landucci – Amarilli Etrusca

Irène Duclos Parenti – Lincasta Ericinia


NOMI E PSEUDONIMI DEI CUSTODI, DAL PRIMO FINO AD OGGI:


1688-1689. Cristina di Svezia (Basilissa)

1689-1728. Giovanni Mario Crescimbeni (Alfesibeo Cario)
1728-1743. Francesco Maria Lorenzini (Filacida Eliaco / Filacida Luciniano)
1743-1766. Michele Giuseppe Morei (Mireo Rofeatico)
1766-1772. Giuseppe Brogi (Acamante Pallanzio)
1772-1790. Gioacchino Pizzi (Nivildo Amarinzio)
1790-1824. Luigi Godard (Cimante Micenio)
1824-1828. Loreto Antonio Santucci (Larindo Tesejo)
1828-1849. Gabriele Laureani (Filandro Gerometeo)
1849-1854. Paolo Barola (Cratildo Lampeo)

1854-1855. Fabio Sorgenti (Sergesio Timbreo)

1855-1863. Paolo Barola (Cratildo Lampeo)
1863-1869. Antonio Somai (Ortodico Calcidense)
1869-1888. Stefano Ciccolini (Alessandro Tesposide)
1888-1916. Agostino Bartolini (Eristenio Nassio)
1916-1924. Enrico Salvadori (Nicandro Cidonio)
1924-1940. Nicola Festa (Maronte Larisseo)
1940-1953. Luigi Pietrobono (Edelio Echeo)
1953-1958. Pietro Paolo Trompeo (Diodoro Milesio)
1958-1971. Alfredo Schiaffini (Antimaco Erimanteo)
1971-1985. Francesco Gabrieli (Agastene Licio)
1985-1998. Aulo Greco (Callistene Argolico)
2000-2008. Maria Teresa Acquaro Graziosi (Amaranta Eleusina)
2008-………. Rosanna Alhaique Pettinelli (Dalisia Emeresia)

  
Certificato di iscrizione all'Accademia dell'Arcadia 
come pastore o pastorella arcade.

NOTA:


Abito arcadico del Principe Sigismondo Chigi

Manifattura romana del 1790
("Bellezza e Lusso", Palazzo Chigi in Ariccia, 2010)


Il ricamo sull’abito d’un nobil signore, nella seconda metà del Settecento, rifacendosi a certa simbologia botanica, doveva riprodurre: l’alloro, per gli atti meritori; l’edera, per la perseveranza o fedeltà; Il capelvenere, per la saggezza o probità; la quercia, per la solidità; la spiga, per l’abbondanza o prosperità; e così via.

Sigismondo Chigi, Pastore dell’Accademia dell’Arcadia, ad esempio, in positivo sulla sua marsina e in negativo sul suo gilet, si fece realizzare dei ricami che riproducessero il fiore violetto di montagna dell’Aster insieme alle foglie dell’alloro, in modo da criptare il suo pseudonimo arcadico Astridio Dafnitico, derivato appunto da Astrea, nome della vergine che si trasformò in quel fiore e da Dafne, nome della ninfa che si tramutò invece nel lauro. Questo principe, per di più, fece decorare dal pittore Giuseppe Cades, con elementi botanici-arcadici, due sale per dedicarle alla musa della Poesia, una nel suo palazzo di Roma e l’altra nella sua villa di Ariccia.




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